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Il richiamo dell'orso

Siete mai stati a pranzo con un orso? Niente paura: è ben educato e s'intende molto di pecore e pecorini. Per il resto gli orsi evitano i turisti, quando scorrazzano nella selva dell'Apennino e si arrampicano sulle sue cime. Questo ed altro vi aspetta, se viaggerete negli Abruzzi con Herbert Grabe. E allora: allacciate gli scarponi e zaino in spalla, i monti del sud vi aspettano!

Stiamo andando contro corrente. Stiamo andando verso l'Abruzzo. Stiamo andando, quindi, su una strada d'emigrazione. Attraversando questa strada molti abruzzesi emigravano e sempre emigrano verso le grosse città italiane o in Germania, se non in America, sperando di trovare una vita migliore e lasciando la loro terra per sempre. All'inizio del nostro percorso ci accompagnano altri viaggiatori che vanno al Sud. Però prima di arrivare nell'Abruzzo girano a sinistra, verso le spiagge che sono bianche come la loro pelle, oppure a destra, dove il paesaggio è classico e nobile come il suo vino.

Cittadinanza onoraria per Madonna

Nella regione Abruzzo vivono attualmente 1,28 milioni di persone, cioè 250.000 meno che 25 anni fa; basti pensare che Pescara, la città più grande, ha solo 130.000 abitanti. La maggior parte degli emigranti proviene tuttavia dalla zona interna, dove l'agricoltura era fino a pochi anni fa la voce dominante dell'economia.
Tra i numerosi abruzzesi che lasciarono il paese di Pacentro nel 1927 per l'America c'erano anche Gaetano e Michelina Ciccone. La loro nipote Louise Veronica Ciccone ormai è l'abruzzese più conosciuta; professione: megastar; pseudonimo: Madonna. Il comune di Pacentro le ha conferito la cittadinanza onoraria, ma la diva non è ancora passata a ritirare il certificato. Stiamo seguendo Herbert Grabe. Stiamo seguendo dunque un uomo che conosce i sentieri abruzzesi come pochi altri. Fa la guida più per passione che per professione. Già da giovane girava l'Italia dal Trentino alla Sicilia. Nel 1986 fu colpito dalla bellezza selvaggia delle montagne dell'Abruzzo; e questo ha cambiato la sua vita.

Passione e felicità

In quei tempi era presidente del 'Bund Naturschutz Bildungswerk', e organizzava tra l'altro delle escursioni con l'intento di educare al rispetto dell'ambiente. Ovviamente inserì poi anche l'Abruzzo tra le destinazioni. La passione per questa regione e il desiderio di far conoscere la sua natura intatta per poterla meglio proteggere lo portò a fondare un'agenzia di viaggio specializzata sul sentierismo nei parchi nazionali d'Abruzzo. La sua agenzia 'Erde und Wind' è piccolissima: il segretario, il ragioniere, la guida e il capo si chiamano tutti Herbert Grabe. Rinunciò alla sicurezza di un posto fisso e trovò un bene impagabile: la felicità. Da pochi anni i turisti hanno scoperto l'Appennino abruzzese e vi hanno trovato un tesoro preziosissimo: la natura. Selva estesa, come ci si aspetterebbe di vederla magari in Canada, mentre in Europa è difficile trovare un'altura da cui non si veda altro che una serie ininterrotta di boschi infiniti, senza strade o paesi. In alto, dove gli alberi non crescono più, inizia il regno delle erbe e dei fiori. La biodiversità è enorme: metà delle specie delle piante italiane si può trovare anche in Abruzzo. Confortato da una lunghissima tradizione, in alcune zone dei parchi nazionali è consentito l'uso commerciale delle risorse naturali come il legno, se compatibile con la tutela della natura. Vengono promossi inoltre la pastorizia estensiva e l'agricoltura biologica.

L'incontro tra la pecora ed il mietitrebbia

Una delle pochissime agenzie di viaggi che organizza vacanze in Abruzzo è appunto 'Erde und Wind' di Herbert Grabe. I suoi viaggi hanno come destinazione i tre parchi nazionali della regione, e un aspetto importante della sua attività è la tutela della natura che, come si sa, non ha solo amici. Il grande nemico della natura in montagna è il turismo sciistico, in nome del quale vengono tagliati boschi e costruiti grossi residence in stile pseudo-alpino: un danno irreparabile per l'ecosistema e un'offesa per gli occhi. Il turismo naturalistico invece è sostenibile. "Ogni euro, che gli Abruzzesi guadagnano fuori dalla stagione invernale aiuta a proteggere le montagne", sostiene Herbert Grabe. Dopo le escursioni naturalistiche di livello sportivo medio-alto ci si ferma in trattorie tipiche; la cucina abruzzese è selvaggia come il paesaggio: salame di cinghiale, trippa d'agnello e un ragù a pezzettoni, prodotto di un fatale incontro, sembrerebbe, tra una pecora e un mietitrebbia. Non mancano però anche prodotti e piatti più delicati: orapi (degli spinaci selvaggi molto teneri), ravioli alla ricotta, gnocchi di patate al pesto alle erbe, che ripresentano la biodiversità del parco nazionale, e in autunno tartufi in abbondanza.
Stiamo tornando. Stiamo tornando a un passato che ci sembra bucolico: senza il rumore terribile del traffico, fuori dalle città inquinate e invivibili, con cibi naturali preparati in casa. Ci sembra strano essere arrivati in questa Arcadia in un pullman con aria condizionata e su strade ben asfaltate, di indossare giacche di tessuti multifunzionali e di avere acqua calda corrente nel bagno del nostro hotel. Alla fine capiamo che quel passato è remoto e, se esistesse ancora, faremmo di tutto per cambiarlo.

A pranzo con l'orso

Circa cento orsi scorrazzano nella selva del Parco Nazionale d'Abruzzo. A pranzo ne abbiamo conosciuto uno: due metri di altezza, un quintale e mezzo di peso e molto amichevole. Il suo corpo è un po' sproporzionato: una buona parte del peso si concentra nel ventre e nelle zampe. Si chiama Gregorio Rotolo (vedi foto a pag. 5).
Quest'uomo dall'aspetto di un orso fa il pastore, se vogliamo revocare un'immagine romantica della vita rurale. Egli si definisce imprenditore agricolo, più precisamente fa agricoltura biologica. Infatti alleva 1600 pecore e 40 vacche e produce diversi tipi di formaggio e ricotta. "Tutti i miei formaggi sono di latte crudo. Ogni forma ha un gusto diverso a seconda dei pascoli nei quali ho portato le pecore", spiega Rotolo con la sua dolce cadenza abruzzese e con una precisione di dettagli che conosciamo altrimenti nella produzione vinicola. Oltre ai latticini vende pure carne e salami pecorini. La dott.ssa Manuela Cozzi giunse sulle montagne abruzzesi per motivi di ricerca scientifica, quando lavorava all'università di Firenze. Il fascino della natura intatta la indusse a lasciare la città e trasferirsi ad Anversa degli Abruzzi in provincia dell'Aquila. Ora gestisce l'azienda di bioagriturismo 'La Porta dei Parchi' insieme con suo marito Nunzio Marcelli.

Adotta una pecora!

Ebbero una brillante idea di marketing: "Adotta una pecora, difendi la natura!" Chi investe 190 Euro all'anno diventa papà o mamma di una pecora. Le dà un nome e ne riceve, oltre all'attestato di adozione e alla foto, anche i suoi prodotti: tre chili di formaggio, un chilo di ricotta, un paio di calze (o la corrispondente quantità di lana) e, per chi vuole, anche l'agnello. Il progetto dà un aiuto alla sopravvivenza della cultura millenaria della pastorizia estensiva e tutela l'ambiente. Una bella idea e un successo enorme: il New York Times e anche la Bbc e la Cnn hanno intervistato Manuela e ripreso le pecore. Da allora da tutto il mondo arrivano richieste di adozioni. Anche americani, giapponesi e persino australiani si contano tra i genitori delle pecore. 800 ovini sono già stati adottati, 400 sono ancora orfani. Per adottare un bambino lanoso basta visitare il sito www.adottaunapecora.it.

San Francesco e bulldozer

Franco Tassi, una leggenda vivente del movimento ambientale in Italia. Per 33 anni ha fatto il capo del Parco Nazionale d'Abruzzo, compresi gli anni 70, un periodo molto problematico. Gli abitanti non erano convinti dell'importanza del parco: perché proteggere gli orsi, se ci divorano le pecore? Perché non attirare più turisti con nuove piste da sci? Tassi ha fatto una promotion molto efficace, p.es. ricordando San Francesco e la sua amicizia con gli animali, compreso il lupo, invece di raccontare la favola assurda di Cappuccetto Rosso.Inoltre ha affrontato 1300 cause, vincendole tutte. Non solo integro, ma anche perseverante: è forse l'unico in Italia che sia riuscito a eseguire sentenze contro edifici abusivi, facendo abbattere la residence La Cicerana appena costruito; per questo Tassi ha ricevuto minacce di morte, ma non ha cambiato idea. Il Cavaliere Berlusconi l'ha licenziato nel 2002, un anno prima della pensione. Ma ormai l'educazione alla protezione della natura è radicata nella popolazione del parco. Non si può più ingranare la marcia indietro.

Viste e visioni

Stiamo fermi. Fermi sulla cima del Monte Marcolano. Fermi a guardare la terra attorno priva di tracce della presenza dell'uomo, priva di segni della civilizzazione. Stiamo zitti. Zitti ad ascoltare il silenzio condito dal dolce canto dei grilli. Eppure vediamo in fondo alla valle due case e una strada che porta a un paese, circondato da orti e pascoli. Vediamo anche una fabbrica di mobili e un'oreficeria, dei bar, un albergo. Capiamo che qui la gente vive a contatto con la natura, insieme alla natura e comunque con tutti i confort dei nostri tempi. Domani saliremo sul pullman con l'aria condizionata. Torniamo in città per guardare fisso lo schermo del computer per tutta la giornata, mentre riempiamo i nostri polmoni di gas di scarico. Ci rimane un bel ricordo e il desiderio di tornare.

Benno F. Zimmermann, Bonn